l lavoro pittorico di Michelangelo Cupisti si colloca nel pieno di una tradizione figurativa che connota, in una sorta di continuità storica, temi della narrazione iconica toscana perpetuandone e attualizzandone l’immagine nella modernità.
Ecco quindi paesaggi, marine ed aspetti del mondo naturale tanto cari alla iconografia dell’ottocento che continuano ad essere protagonisti in una società deturpata nell’ambiente, vittima di un inquinamento senza via di uscita e con una devastazione del paesaggio sconvolto dalla cementificazione.
È quella di Cupisti un’oasi di sensazioni perdute eppure vive e palpitanti nella coscienza dell`umanità. Temi affrontati da illustri maestri come Carrà, Viani, Soffici, Rosai ed altri che hanno voluto sottolineare autorevolmente la necessità di un approdo ad un mondo vivibile espressione di un armonico equilibrio tra l’uomo e l’ambiente.
Tutta l’opera di Cupisti è caratterizzata da una sorta di magica evocazione e conferisce quella luce abbagliante e diffusa che ridona alla vita quegli specifici naturali che oggi appaiono terribilmente minacciati. Quindi, al di la delle apparenti e tranquille sensazioni ed emozioni che ci da il suo colore luminoso e materico c’è anche qui il senso della minaccia, della precarietà, il grido di allarme di una umanità sofferente che impone a noi tutti un monito e una riflessione sul nostro futuro quanto mai incerto e precario.