Impressionismo di Cupisti tra Roma e Viareggio – di A. Ottaviani Zanasso

Nella decisiva personalità pittorica di Michelangelo Cupisti, dominano i pescatori, il mare di Viareggio, il respiro di spiagge solitarie ed un velato tratto di malinconia.
In questo stile ‘post impressionista’, si indovina, oltre l’equilibrata sicurezza del pennello, una forza latente pronta ad insorgere con tutta la vitalità di un ‘toscanaccio’. Ma non solo la Toscana figura nelle tele. La Sedia del Diavolo’, ad esempio, appare in una Roma ricondotta a una purezza agreste, come doveva essere prima che il Nomentano depredasse spazi, silenzi e tratti erbosi.

Un altro ‘olio su tela`, ritrae tutto quel che occorre a chi dipinge: pennelli, barattoli e colori. E quasi sembra, data la vivezza dell’immagine di avvertire odori d’olio di lino e d’acquaragia. Andrea Di Consoli, che ha curato un bel testo di presentazione con 52 immagini, osserva che i volti di Michelangelo Cupisti appaiono “chiusi e pensosi; le palpebre serrate, il broncio appena accennato, sono chiusi in se stessi, immersi nel loro mondo in remoti pensieri” mentre per Raffaello Bertoli, quella del Maestro “è pittura essenziale, fatta di pochi segni e di magari colori. Sono i frammenti, schegge, scorci di paesaggio, illuminati da minime pennellate? Per Tommaso Paloscia, notevole è il dipinto che si intitola ‘Dopo la mareggiata’ perche “cattura la salsedine invischiata nella polverizzazione dell’acqua, sottratta dal libeccio al mare infuriato”.

L’mpressionismo, che si affermò nella Francia del secolo diciannovesimo, fu rivoluzionario ed anti-accademico nel trattare il colore, e fu espresso dai pittori che, al lavoro in studio, preferirono il dipingere dal vero, ovvero ‘en plein air`. Tale senso dell’’aria’ si ritrova nella pittura viareggina del Cupisti.

di Ferdy Dolce

ll fascino della pittura di Michelangelo Cupisti sta nella sua straordinaria capacità di trasmettere un senso di apparteneza alle cose attraverso un’autentica interpretazione visiva di luci e colori che contraddistinguono il suo stile raffinato di pittore post-impressionista. Per apprezzare fino in fondo la bellezza delle sue opere occorre aver visitato i luoghi della sua amata Toscana o conoscere i personaggi da lui raffigurati.

I colori dei quadri di Cupisti, le sfumature e la resa sfuggente dei dettagli suscitano le emozioni di storie e luoghi in cui, spesso, la solitudine rimanda non solo a un’esigenza di puro isolamento, ma anche al desiderio di cogliere il fascino della bellezza oggettiva di un momento, in assoluta armonia con l’universo.
I piccoli omini inseriti nei suoi dipinti, apparentemente a caso, evidenziano con estrema discezione la funzione centrale dell’uomo in tutte le cose. L’uomo come metro di osservazione e di giudizio della bellezza. L’uomo tra spazio e profondità, idee e emozioni in un rapporto contemplativo con la realtà.